In un colpo di scena che ha scosso il mondo dell’intrattenimento, Netflix ha ufficialmente annunciato la fine della collaborazione con Liam Hemsworth, l’attore australiano che aveva ereditato il ruolo iconico di Geralt di Rivia nella serie “The Witcher”. La decisione, resa pubblica ieri sera attraverso un comunicato stampa laconico, arriva dopo mesi di fermento tra i fan e una valanga di critiche che hanno preceduto di gran lunga l’uscita della quarta stagione, disponibile dal 30 ottobre 2025. Hemsworth, fratello minore di Chris Hemsworth, era stato scelto per sostituire Henry Cavill al termine della terza stagione, ma il passaggio di testimone si è rivelato un boomerang per la piattaforma di streaming.

Le reazioni negative non sono nate dal nulla. Fin dal trailer di anteprima, rilasciato a ottobre, i social media e i forum dedicati alla saga – ispirata ai libri di Andrzej Sapkowski e ai videogiochi di CD Projekt Red – si sono riempiti di commenti acidi. “È come guardare un Geralt sotto steroidi hollywoodiani”, ha scritto un utente su Reddit, lamentando il tono vocale di Hemsworth, descritto come “troppo acuto e privo della gravità gutturale di Cavill”. Critici come quelli del Guardian hanno definito la performance dell’attore “un mattone con parrucca”, sottolineando come il suo approccio, più action-hero che brooding mutant, avesse snaturato il personaggio. Anche l’autore originale, Sapkowski, ha espresso disappunto in un’intervista recente, affermando che “l’anima di Geralt è svanita, sostituita da un’eco vuota”.

Ma i numeri parlano chiaro, e sono impietosi. La quarta stagione ha registrato solo 7,4 milioni di visualizzazioni nei primi quattro giorni, un crollo del 60% rispetto alla terza stagione con Cavill, che aveva superato i 18 milioni. Secondo dati interni leakati su Variety, Netflix stima una perdita di oltre 20 milioni di dollari solo nelle prime settimane, tra costi di produzione accelerati e un calo negli abbonamenti legati al marketing della serie. “The Witcher” era uno dei pilastri del catalogo fantasy di Netflix, con un investimento cumulativo di centinaia di milioni. Ora, quel trono vacilla, e la piattaforma ha reagito con una mossa drastica: una riunione interna riservata, tenutasi lo scorso fine settimana nella sede di Los Angeles, dove executives hanno rivalutato l’immagine di Hemsworth. Fonti anonime vicine all’azienda descrivono l’incontro come “teso e sussurrato”, con discussioni su come “salvare il marchio Geralt” da un possibile declino irreversibile.

Hemsworth, 35 anni, non ha commentato pubblicamente la separazione, ma un suo rappresentante ha confermato che l’attore “rispetta la decisione creativa di Netflix e augura il meglio al team”. Il suo ritiro dai social media, iniziato già un anno fa per sfuggire al backlash iniziale, aveva già insospettito i follower. Ricordiamo che il casting era stato annunciato nel 2022, con Cavill che aveva passato il testimone con entusiasmo: “Liam è fantastico, goditi la profondità del personaggio”. Eppure, il pubblico non ha digerito il cambio. Petizioni online per il ritorno di Cavill hanno raccolto oltre 500.000 firme, e hashtag come #BringBackCavill hanno trendato per settimane. Anche sul set, voci di corridoio parlano di tensioni: Anya Chalotra, interprete di Yennefer, aveva pianto all’annuncio dell’uscita di Cavill, e la showrunner Lauren Schmidt Hissrich ha ammesso in un’intervista a Entertainment Weekly che il passaggio “è stato un processo lungo e doloroso”.

Ora, Netflix guarda avanti con urgenza. Una fonte interna, contattata da Collider sotto anonimato, ha rivelato che l’azienda sta valutando candidate alternative per il ruolo di Geralt nella quinta e ultima stagione, prevista per il 2026. Tra i nomi in ballo, circola quello di un attore britannico con esperienza in ruoli fantasy, forse un ritorno alle origini più fedeli al lore polacco. “Dobbiamo salvare Geralt”, ha detto la fonte, “perché senza di lui, ‘The Witcher’ è solo un altro fantasy generico”. La piattaforma, che ha già cancellato spin-off come “The Rats” a causa di budget ridotti, non vuole rischiare un altro flop. Intanto, il merchandising – spade, medaglioni e poster con Hemsworth – è stato ritirato dagli scaffali virtuali, un segnale silenzioso di un’era che si chiude.
Questa vicenda solleva domande più ampie sull’industria dello streaming. In un’era dominata da algoritmi e fan service, quanto pesa il carisma di un attore? Cavill non era solo Geralt: era un’icona, un fanboy dei libri che recitava con una passione palpabile, arrivando a tatuarsi il simbolo della lupa. Hemsworth, pur talentuoso in film come “Hunger Games”, non ha replicato quel legame emotivo. Netflix, che ha scommesso su di lui per il suo appeal action, si trova ora a contare i danni: non solo finanziari, ma di reputazione. I fan, fedeli alla saga da decenni, si sentono traditi. “È come se avessero sostituito Aragorn con un extra di Hollywood”, twitta un utente su X, eco di un malcontento diffuso.
Mentre la polvere si posa, l’attenzione si sposta su Cavill, ora impegnato in “Warhammer 40K” per Amazon, dove promette di portare la stessa dedizione. Per Netflix, la sfida è reinventare “The Witcher” senza alienare la base. Recasting un protagonista a metà serie è rischioso – pensate a “Daredevil” o “Arrow” – ma qui il backlash è stato amplificato dai social. La riunione interna potrebbe aver deciso non solo per Hemsworth, ma per un reboot parziale: più fedeltà ai libri, meno deviazioni narrative criticate come “disastrose” nella quarta stagione.
In fondo, questa è la lezione di “The Witcher”: i mostri veri non sono quelli con le spade, ma le aspettative dei fan. Netflix ha agito per tempo, ma il danno è fatto. Hemsworth tornerà a ruoli più leggeri, forse un altro blockbuster Marvel. Geralt, invece, merita di meglio. E i 20 milioni persi? Solo l’inizio di un calcolo più grande: quanto costa ignorare il cuore di una storia? La saga continua, ma con un Geralt nuovo, o forse – chissà – con un Cavill di riserva. Il Continente attende, spade affilate.
